Tutto ruota attorno a 311 mila euro. Soldi della Lega, frutto del 2 per mille – e quindi delle donazioni dei sostenitori -, che sarebbero almeno in parte finiti nelle tasche dei commercialisti Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, tramite la compravendita di una villa in Sardegna. L’operazione sospetta è al centro di un’inchiesta di Presa Diretta, dal titolo «Caccia al tesoro: che fine hanno fatto i 49 milioni della Lega» che andrà in onda domani sera, 28 settembre.
Il ruolo di Barachetti
Secondo la ricostruzione di Riccardo Iacona, questi soldi sarebbero stati utilizzati per comprare una villa in Sardegna e, in parte, sarebbero poi finiti nelle casse dello Studio Dea Consulting di Di Rubba e Manzoni, i commercialisti vicini alla Lega arrestati il 10 settembre scorso con l’accusa di peculato e turbativa d’asta nell’ambito del caso Lombardia Film Commission. I fatti risalgono all’estate del 2018. Stando alla ricostruzione, la Lega girò parte dei quasi 1,5 milioni di euro ricevuti dai contribuenti sotto forma di 2 per mille (311 mila euro) alla Barachetti Service srl.
Quindi Barachetti, l’idraulico indagato per peculato nell’inchiesta sui fondi della Lega, acquistò la villa in questione da un altro fornitore di fiducia del Carroccio, Marzio Carrara, che non risulta indagato. Un terzo della somma (134 mila euro) venne poi girata alla Studio Dea Consulting. La compravendita dell’immobile in Sardegna avvenne in prossimità di un altro affare tra gli stessi protagonisti della vicenda. In quei giorni, infatti, la Barachetti Service acquistò da Carrara la società Immobiliare Mediterranea Srl, proprietaria di un unico bene, la villa in Costa Smeralda. Tra i depositari delle scritture contabili della società figura la Mdr Stp Srl, partecipata tra gli altri dal deputato leghista e tesoriere Giulio Centemero, da Di Rubba e da Manzoni.
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