ALGHERO. Neanche il tempo di rifarsi il look, grazie al restyling che l’ha restituita al suo antico splendore, e nemmeno quello di farsi un nome, ora che si sta accreditando tra gli spazi più glamour per un soggiorno in città o per un aperitivo con vista su Capo Caccia. Insomma, neanche il tempo di gioire e a villa Mosca riaffiora lo spettro di un destino maledetto, segnato nel passato più recente dagli incroci pericolosi con opache vicende giudiziarie. Come quando a villa Mosca, per 180mila euro di affitto al mese, si era insediata la Di.Com., società finita nel mirino della Guardia di Finanza in un’inchiesta sui finanziamenti pubblici alle imprese.
Oggi a mettere a repentaglio il presente e il futuro della charming house – categoria con cui il mercato dell’accoglienza indica strutture ricettive affascinanti ma non troppo care – è la comunicazione del Tribunale di Sassari, che ha fissato per il prossimo 11 novembre la vendita giudiziaria del delizioso villino in cima alla collinetta del lungomare Dante. L’annuncio è apparso su La Nuova Sardegna di avantieri. L’affare non è alla portata di tutti, il prezzo base è 3milioni, 497mila euro e spiccioli, ma dato che l’edificio è stato ristrutturato nel 2010, il suo acquisto può suscitare interesse. La notizia in città ha destato sorpresa perché l’attività ricettiva funziona, in estate il bar e il ristorante fanno dei bei numeri e lo splendido giardino è spesso teatro di originali iniziative artistiche e culturali. Nessuno ad Alghero ha captato segnali di crisi rispetto ai programmi annunciati quando villa Mosca ha assunto questa nuova dimensione, perciò quelle foto nella pagina delle vendite giudiziarie della vecchia magione a base ottagonale, costruita cento anni fa dall’ingegnere Edgardo Mosca, hanno spiazzato un po’ tutti. Tranne Enrico Fagioli, amministratore della Prato Verde srl di Alghero, attuale proprietaria di villa Mosca.
«Si tratta di un contenzioso con la banca che a suo tempo ci ha erogato il mutuo – spiega il manager – ma lavoriamo per arrivare a una soluzione prima dell’11 novembre». La sua convinzione è che villa Mosca si possa ancora salvare. «È la ragione per cui continuiamo a lavorare e investire sulla struttura con la massima dedizione – assicura Fagioli – e così facendo tuteliamo il nostro personale, che con professionalità e impegno consente a villa Mosca di ritagliarsi un suo spazio preciso». Prato verde ha chiesto alla Cassa di risparmio di Bologna, nel frattempo confluita nella galassia di Intesa San Paolo, «di ristrutturare il mutuo in un arco di tempo più lungo, portandolo da decennale a ventennale – afferma l’amministratore – siamo convinti che alla fine arriveremo, con un po’ di ragionevolezza da entrambe le parti, a un punto di intesa». La corsa contro il tempo è iniziata.
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